Koporin

È un monastero di epoca medievale, legato a uno dei personaggi più rappresentativi del suo tempo: il Despota Stefan Lazarević. Oggi è meta di pellegrini e visitatori.


Lungo la strada che da Velika Plana (cirillico: Велика Плана) conduce a Smederevska Palanka (cirillico: Смедеревкса Паланка), ci si imbatte nel grazioso Monastero di Koporin (Manastir Koporin, cirillico: Манастир Копорин), fondato nel XV secolo dal Despota Stefan Lazarević, figlio del Principe Lazar di Serbia, condottiero caduto nel 1389 durante la famosa Battaglia della Piana dei Merli in Kosovo.
I muri interni conservano affreschi originali dell’epoca (lo stesso Desposta Stefan è ritratto in uno di questi) mentre il nartece occidentale è stato ricostruito nel 1880. La tomba al suo interno, oggetto di preghiere e credenze popolari (la più diffusa vede la visita al monastero come “soluzione” all’infertilità femminile), è stata attribuita per molto tempo al Lazarević, ma recenti ritrovamenti avvenuti nel più importante Monastero di Manasija, nei dintorni di Despotavac (cirillico: Деспотавац), smentiscono questa tesi. Nel giardino esterno, curato e piacevole da visitare, si trova una fonte d’acqua miracolosa. Nel 1979 il Monastero di Koporin è stato dichiarato Monumento di Grande Importanza Culturale dal governo serbo.

Monastero di Koporin
Vista laterale della chiesa.
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Monastero di Koporin
Vista frontale della chiesa.
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Monastero di Koporin
Affreschi sulle pareti interne della chiesa.
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Monastero di Koporin
La tomba in chi si crede sia seppellito il Despota Stefan Lazarević, fondatore del Monastero di Koporin.
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Monastero di Koporin
Giardini interni.
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Stefan Lazarević, intitolato despota nel 1402, morì nel 1427. Fu quindi santificato e da allora celebrato, dalla Chiesa Serba Ortodossa, l’1 agosto di ogni anno.

La leggenda della sconfitta
La figura del principe Lazar (Stefan Lazar Hrebeljanović), padre del Despota Stefan Lazarević, è indissolubilmente legata a uno degli avvenimenti storici più importanti per il popolo serbo: la Battaglia della Piana dei Merli (oggi Kosovo Polje, a nord di Priština) del 1389. Vinta dall’esercito dell’Impero Ottomano (circa 50.000 uomini), costò ai Serbi (circa 25.000 uomini) l’indipendenza e rappresentò l’inizio di diversi secoli di sottomissione.
La leggenda narra che alla vigilia della stessa, nell’estate del 1389, un grande falco grigio partito da Gerusalemme, sia volato al campo del principe, recando nel becco un’allodola. Il falco era in realtà sant’Elia e l’allodola un messaggio della madre di Dio che invitava il valoroso condottiero a scegliere fra la vittoria dell’esercito serbo e il regno terreno, o la sconfitta e la gloria dei cieli. Lazar avrebbe scelto la seconda, preferendo alla fuggevolezza delle cose mondane l’eternità di quelle celesti, lasciando in eredità ai Serbi il rimpianto del regno in terra, motivo, da quel momento in poi, di guerre e battaglie combattute nei secoli a venire per riconquistarlo. Oggi il principe Lazar è venerato come santo dalla Chiesa Ortodossa. Tratto da: Serbi croati sloveni, Jože Pirjevec, il Mulino, 2002.

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