La srpska pogača occupa un ruolo fondamentale nella tradizione popolare serba, rappresentando il punto di inizio di qualsiasi pranzo in famiglia che si rispetti. Alla Slava, così come a Natale.
La traduzione italiana ad litteram (pane serbo) non rende giustizia a uno degli alimenti più semplici e gustosi della Serbia. La preparazione, la forma e il gusto della srpska pogača (cirillico: cpпcka пpгaчa) sono talvolta distanti dalle nostre abitudini alimentari. Si tratta di un impasto di farina di grano, acqua, lievito, sale e un tocco di margarina. A quest’ultimo ingrediente si deve la sua fragranza e la sua morbidezza. In superficie, prima della cottura, si aggiungono semi di sesamo e di papavero (secondo i gusti), tanto quanto basta a renderla più appetibile anche agli occhi. Non manca la variante “liscia”.
Si mangia insieme all’ajvar (vedi: CREMA DI PEPERONI [AJVAR]), famosa crema di peperoni balcanica, al kajmak, formaggio fresco da spalmare diffuso in tutta l’area, con i prosciutti della tavola serba, con la marmellata o così come è, perché si ha voglia di mangiare un pezzo di buon pane, da soli o in compagnia.
Molti serbi preparano la srpska pogača spolverando la superficie con semi di sesamo e/o di garofano.
La srpska pogača occupa un ruolo fondamentale nella tradizione popolare serba, rappresentando il punto di inizio di qualsiasi pranzo in famiglia che si rispetti. A Natale, in occasione di un battesimo o di un matrimonio, così come durante la Slava (ritrovo annuale in onore del Santo protettore di famiglia, vedi: MODI DI VIVERE E COSTUMI), è praticamente la regina della tavola.
Spesso viene anche benedetta e in questi casi la sua preparazione prevede un aspetto ricercato, abbellito con elementi che ne sottolineino il significato religioso.
Si spezza rigorosamente con le mani e viene innalzata al centro della tavola, fra i vari commensali, dal padrone o dalla padrona di casa.
Variante liscia, senza semi, della srpska pogača. Osservandola si intuisce quanto sia semplice spezzarla con le mani in parti più o meno uguali.